Questa mattina per migliaia di ragazzi è suonata la prima campanella del momento più atteso e temuto dei 13 anni di scuola: l’esame di maturità. La gioia per un traguardo sempre più a portata di mano si fondeva, in una strana alchimia di sguardi e sorrisi, con l’ansia di non essere all’altezza. Tutto lo studio degli anni trascorsi si vanificava davanti alla certezza acquisita nei giorni scorsi – non si sa in base a quale strano algoritmo mentale- di “sapere di non sapere”. Le domande si rincorrevano, così come le conseguenti risposte; le ricerche spasmodiche in rete per trovare anche un minimo indizio su chi sarebbe potuto “uscire” nelle tracce della prima prova… tutto in regola, tutto in linea con le “temperature stagionali” da esame di maturità. E questa mattina, finalmente, ogni dubbio ha avuto la sua risposta concreta: nella magia del plico ministeriale si è “rivelato” il futuro più prossimo dei nostri studenti che si sono dovuti cimentare con tracce, non solo fattibili, ma anche interessanti dal punto di vista di una riflessione sulla attualità.
Per la tipologia A1, analisi di un testo poetico, è stato proposto: Giuseppe Ungaretti “Pellegrinaggio” tratto dalla raccolta “L’Allegria”. La poesia è stata scritta in trincea durante la prima Guerra Mondiale, precisamente il 16 agosto 1916. L’autore la scrive “in un budello di macerie”, ma, nonostante la disperazione e la desolazione che lo circonda e pur definendosi “uomo di pena”, non rinuncia a resistere, a vivere. La traccia chiedeva, oltre all’analisi tecnica e contenutistica del brano, anche una riflessione su come letteratura e arte affrontano il tema della guerra.
La seconda proposta per l’analisi del testo è stato Luigi Pirandello con un brano tratto dai “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” in cui il protagonista riflette sul rapporto dell’uomo con la macchina e sul progressivo svuotamento del sé a cui il progresso tecnologico, finalizzato a soddisfare una sempre maggiore sete di guadagno, inesorabilmente conduce.
La tipologia B – testo argomentativo- ha proposto tre tracce: una sulla Guerra Fredda e l’equilibrio del terrore, tratta da “Storia d’Europa“, Vol. III, Età contemporanea, CDE, Milano, 1998 di Giuseppe Galasso; la seconda era una riflessione da un articolo di Maria Agostina Gabiddu sulla bellezza della nostra Italia e sull’importanza della tutela del patrimonio artistico, paesaggistico e culturale promossa dalla “lungimirante intuizione dei Costituenti” che l’hanno sancita in un unico articolo, il 9, collocato, addirittura, tra i principi fondamentali della Costituzione.
La terza traccia della tipologia B è stata tratta da Nicoletta Polla, “Riscoprire il silenzio. Arte, musica, poesia, natura fra ascolto e comunicazione“. Il silenzio come “luogo” delle idee, della creatività e delle parole da dire, e l’importanza di sapere quando “smettere di tacere”: questi i temi affrontati nel testo che ha posto l’accento sull’ascolto come prerequisito fondamentale di una comunicazione corretta ed efficace.
Arriviamo alla tipologia C, il tema di attualità, il più difficile se non si possiede l’argomento.
Dall’ “Elogio dell’imperfezione” del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, è scaturita una riflessione sull’ imperfezione come valore: un argomento molto pregnante nella nostra attualità in cui si “sponsorizzano” modelli irraggiungibili di bellezza fisica e di facili “eccellenze” nei più svariati ambiti.
L’ultimo argomento, sempre per la tipologia C, ha riguardato il cambiamento della scrittura diaristica che, da intima e personale, è diventata una forma di “comunicazione” – vera o falsa? “Ai posteri l’ardua sentenza”- del sé sui profili social. L’autore Maurizio Caminito, infatti, in “Profili, selfie e blog” afferma: “Il diario segreto, inteso come un quaderno o un taccuino in cui si annotano pensieri, riflessioni, sogni,
speranze, rigorosamente legati alla fruizione o (ri)lettura personale, non esiste più“. E ancora: “Il diario dell’era digitale è una rappresentazione di sé rivolta immediatamente agli altri. Nasce come costruzione artificiale, cosciente, anzi alla ricerca quasi spasmodica, del giudizio (e dell’approvazione) degli altri. Rischiando di perdere così uno degli elementi essenziali del diario come lo abbiamo conosciuto finora: la ricerca di sé attraverso il racconto della propria esperienza interiore. Che viene sostituita dall’affermazione di sé attraverso la narrazione mitica (o nelle intenzioni, mitopoietica) di ciò che si vorrebbe essere“.
Tracce, insomma, per tutti i gusti, nelle quali gli studenti sono stati chiamati a riflettere su sé stessi e sul mondo che li circonda.