“Orfani emozionali”. I Bambini senza Tempo di Marta Krevsun

“Orfani emozionali. Bambini senza tempo” è un saggio narrativo di una giovane autrice ucraina che decide di interrogare alcuni personaggi illustri del passato e percorrere un tratto di strada insieme a loro come se fossero ancora viventi. Si tratta di geni universali che l’autrice definisce orfani emozionali che non muoiono mai restando sempre attuali. Ecco che nelle pagine del libro il lettore incontra Claude Monet, Salvador Dalí, Albert Einstein, Sigmund Freud, Frida Kahlo, Walt Disney, Leonardo da Vinci e Nikola Tesla ritrovando in loro dei maestri di vita. Perché vengono definiti Orfani emozionali? Perché sono persone speciali, uniche come unici sono i fiori che caparbiamente nascono nel deserto. Sono pensatori universali che lasciano tracce profonde nella storia, sono menti creative, spesso geni incompresi, grandi osservatori. Persone che sono cresciute in una società malata, provata di emozioni autentiche che si muovono in una realtà rarefatta dove gli esseri umani assomigliano sempre più a dei robot. L’autrice affianca questi maestri, li interroga e lascia che questi la guidino verso un mondo migliore partendo dalla condizione individuale. Lo fa in un periodo storico particolare, quello della pandemia, quello del silenzio interiore, ma anche il periodo in cui lo smart working, la DAD e la didattica a distanza fanno il loro ingresso nella vita di tutti in modo prepotente e preponderante. Dovremmo sentirci più uniti, più vicini e più solidali grazie alla tecnologia ed invece ci scopriamo tutti enormemente soli. In questo clima Marta Krevsun si interroga e cerca dei riferimenti e lo fa interrogando grandi maestri del passato. Lei stessa afferma in una recente intervista:

“Queste personalità mi hanno affascinato da sempre a tal punto da suscitare l’intuizione e da suggerire che le conoscenze acquisite pubblicamente su di loro erano incomplete.  Allora, ho deciso di calarmi più in profondità, perdendomi nei meandri della loro psiche, incuriosita dalle loro spiccata energia e dall’amore per la natura e per l’umanità. Ho trovato delle connessioni sorprendenti tra di loro ed anche le risposte alle domande che cercavo da tempo. Ho pensato che la mia esperienza potesse estendersi ad una dimensione più ampia, rendendosi al servizio di chi sceglie di percorrere le pagine di questo libro.”

 

Questo è un libro aperto, ognuno può aggiungere i propri orfani emozionali, addirittura può riconoscersi tale. La chiave di lettura è nell’universalità del pensiero, nel flusso di evoluzione e di trasformazione.

L’autrice attraverso le pagine del libro spinge il lettore a ritrovare se stesso, sotto la guida di una voce narrante che attraversa i temi esistenziali. I “geni”, che nella vita quotidiana  vengono visti come inavvicinabili e inarrivabili, qui assumono un’aspetto più umano e suggeriscono che in realtà il genio è dentro ciascuno di noi. Da qui la riflessione che deve nascere in chi legge e ripercorre il dialogo immaginario dell’autrice con i diversi personaggi illustri. Ciascuno di noi può  realizzare il proprio o addirittura i propri talenti attraverso l’esercizio di autocoscienza.

 

La chiave di tutto risiede nell’universalità del pensiero e nel superamento della barriera spazio-temporale verso l’infinità dell’immaginazione.

Il libro rappresenta un’autentica testimonianza anche di un altro fatto importante, quello che i geni universali non muoiono mai e sono sempre attuali.

Così il dialogo con Einstein diventa la chiacchierata amichevole e spontanea che si fa con un amico in grado di dissipare i propri dubbi e rispondere a domande esistenziali.

-“Albert, questo pensiero mi preoccupa da tempo: in un mondo contaminato, dove essere liberi e avere una visione critica della realtà rappresentano una minaccia per il sistema, dove necessariamente vogliono attribuirti un’etichetta e omologarti agli standard, come faccio a proseguire nella realizzazione dei miei sogni mantenendo l’Universo di valori intatto? “-

Albert risponde -“Non arrenderti mai per quello che vuoi fare: una persona con grandi sogni è molto più potente di una ancorata alla realtà”-

-” Sono spesso sola, confusa”-

-“Fai bene a proseguire da sola. Colui che segue la folla non andrà mai più lontano di questa” –

Questo stralcio di dialogo è la dimostrazione di come questi geni, gli orfani emozionali, siano in grado di offrire il loro supporto a chi decide di interrogarli con il cuore accompagnandoli con la loro “presenza attiva” come se fossero vivi.

La visione che l’autrice dà e quella di  grande speranza nel mondo di uomini soli, chiusi e isolati nella loro bolla emotiva.

Essi sono il prodotto di una società sempre più aggressiva e consumistica che tende a distruggere e annientare personalità forti e originali che si distinguono dalla massa.

L’autrice con il suo libro asserisce a gran voce che la creatività, l’immaginazione e la riscoperta di grandi maestri possono aiutare a donare  continuità al genere umano riscoprendo valori inestimabili.  È forse questo di Marta Krevsun un manuale di autocoscienza o vademecum New Age?

Ella stessa risponde a questa domanda specificando che per lei questo  libro può definirsi il “figlio dell’autocoscienza”, maturata attraverso un viaggio che oscilla tra il dolore e il piacere.

Senza dubbio il racconto attraverso l’incontro con personaggi diversi con cui conversare e sciogliere dubbi offre diversi spunti di riflessione sia sull’attualità, sia su come oggi l’uomo si relaziona con l’ambiente esterno ma anche quello interno, più intimo e personale.

Certamente è necessario sviluppare il pensiero del cuore e imparare a sentirsi come parte di un insieme più grande, dove ognuno ha la propria importanza nella diversità, superando i confini spazio-temporali e guardando oltre l’orizzonte.

 

 

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