La Candelora, luce tra l’inverno e la primavera

Oggi, due febbraio, si celebra la Festa della Candelora, giornata in cui vengono benedette le candele che simboleggiano Cristo, luce che illumina il mondo. Si va verso la chiusura dell’inverno e del tempo di Natale e si apre tempo di primavera con il cammino verso Pasqua.

La Candelora, le origini

Secondo la Chiesa cattolica, il 2 febbraio è la Candelora, cioè la festa della Presentazione di Gesù al Tempio, il momento in cui, secondo il Vangelo di Luca Giuseppe e Maria, portarono Gesù al Tempio di Gerusalemme per presentarlo a Dio 40 giorni dopo la sua nascita, secondo la legge giudaica per i primogeniti maschi. Simeone il Vecchio capisce che Gesù è l’atteso messia e lo definisce “luce per illuminare le genti”.

Nasce da questa espressione la tradizionale cerimonia di benedizione delle candele, simboli della luce e dell’uscita dalle tenebre, che ancora oggi ha luogo nelle chiese d’Italia e in altri paesi del mondo.

Inoltre vi è l’usanza di chiamare questa festività il giorno della “purificazione di Maria”, in quanto riflette il periodo di quarantena post-parto, terminato il quale le donne (specialmente dopo la nascita di un figlio maschio com’era Gesù) non venivano più considerate impure (a causa del sangue mestruale). Il rito al Tempio, per Maria, simboleggia quindi la purificazione dall’evento del parto e rappresenta, nella fede cristiana, il fondamentale passaggio dall’oscurità alla luce.

La Candelora inoltre ha sostituito la festa pagana dei Lupercàli, celebrata ogni anno a metà di febbraio. Era in onore del Dio Fauno, protettore del bestiame dall’attacco dei lupi.

La Candelora e le antiche credenze

Diverse sono le credenze popolari legate a questo giorno soprattutto in merito alle previsioni sull’avvento della primavera.

Una è quella legata all’antico adagio “Per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora” ben riassume questa credenza popolare: se il 2 febbraio piove o nevica l’inverno sta per finire, mentre se piove o tira vento le temperature primaverili sono ancora lontane.

Se per la Candelora il tempo è bello molto più vino avremo che vinello” afferma un altro vecchio proverbio.

Non solo, il 2 di febbraio le giornate iniziano ad allungarsi: rispetto al solstizio d’inverno di circa un’ora, mezzora la mattina e altrettanto la sera,  “per la Candelora un’ora intera: mezza la mattina e mezza la sera”.

Infine La Candelora l’evento corrisponde al cosiddetto Giorno della Marmotta, molto popolare negli Stati Uniti e in Canada  che predice sei settimane di brutto tempo, se l’animale si sofferma a guardare la sua ombra.

Anche i nostri Giorni della Merla sono predittivi in tal senso: se in questo periodo aumenta il caldo, vorrà dire che la primavera arriverà in ritardo; se invece farà freddo, allora la primavera sarà mite e regolare.

Candelora, i detti popolari

“Te la Candelora la vernata è ssuta fora, ma ci la sai cuntare nc’e’ nu bbonu quarantale”. – detto salentino
“Candelora piova e Bora, del’inverno semo fora, Candelora sol el vento del’inverno semo dentro”. – detto triestino
“Al dé dl’Inzariôla, o ch’al naiva o ch’al piôva dal invêren a sän fòra, mo s’ai é al suladèl a in arän anc pr un mṡarèl”. – detto bolognese
“Pella Candelòra se piove o se gragnola dell’inverno siamo fora, ma se è sole o solicello, siamo ancora nell’inverno”. – detto toscano
“A Cannëlôrë, ci non nevëchë e non chiovë, a Vërnët non è fôrë”. – detto pugliese
“A maronna r’ a Cann’lora, meglij a bré u lup’ ca u sol'”. – detto avellinese
“A la Candlera n’ora ‘ntera, mesa a la matin, mesa a la se[I]ra” – detto piemontese
“Se la candeila a fa cer, n’aut inver”. – detto piemontese
“A la Madona da la Sciriœura dol inverno a semm da fœura ma s’al fioca o al tira vent quaranta dì a semm anmò dent”. – detto lombardo
“Se ghe xè sołe a Candelora, del inverno semo fòra; se piove e tira vento, del inverno semo drento”. – detto padovano

Candelora, i proverbi

Se per la Candelora il tempo è bello
molto più vino avremo che vinello.

Per la Candelora: se nevica o se piova dell’inverno siamo fora,
se è sole o solicello siamo nell’invernerello.

La neve della Candelora
dura quanto la suocera con la nuora.

Alla Candelora l’inverno è finito,
ma se vuoi essere sicuro
aspetta l’annunziata,
se vuoi essere certo
aspetta l’uscita della lucertola,
e se vuoi sistemarti comodo
deve cantare la cicala.

Candelora in foglia, Pasqua in neve

Candelora scura dell’inverno non si ha paura

Se nevica per la Candelora, sette volte la neve scola

Candelora/Imbolc

La festa di Imbolc, nella tradizione celtica, segnava il passaggio tra l’inverno e la primavera, ovvero tra il momento di massimo buio e freddo e quello di risveglio della luce.

In epoca romana prima che il cristianesimo trasformasse molte festività, il 1° di Febbraio era dedicato a Giunone Februa o Februata (Februare: purificare tutto). In quel tempo l’anno si chiudeva a febbraio e a marzo iniziava il nuovo anno. Il calendario di Romolo infatti iniziava da marzo: durava 304 giorni e c’erano circa 61 giorni di inverno che non venivano assegnati ad alcun mese; dopo dicembre, si smetteva di contare i giorni per riprendere nuovamente il conteggio al marzo successivo.

A Roma si festeggiava Giunone e nel mondo celtico la dea Brigit.

Il calderone di fuoco, sempre acceso sulle coste, per illuminarle e rendere sicuro l’approdo delle navi che ritornavano a casa, era uno dei simboli a lei associati in quanto indicava il grembo femminile, dimensione fisica della creazione.

In tutto ciò l’energia intimistica dell’inverno e quella estroversa della primavera coesistono.

Imbolc prevedeva, infine, delle importanti purificazioni ritualistiche, associate all’elemento del fuoco e all’elemento dell’acqua.

Legato a Imbolc e alle sue pratiche divinatorie, esiste anche la figura della Cailleach, la “strega divina”, ossia un’antichissima divinità appartenente al folclore scozzese e irlandese. Secondo il mito, se durante Imbolc splendeva il sole, allora voleva dire che la Cailleach aveva fatto venire il bel tempo così da poter raccogliere la legna in vista di un lungo inverno. Se invece sul Imbolc si abbatteva il brutto tempo, era una cosa positiva poiché la strega, predicendo un inverno breve, non aveva bisogno di legna da ardere per riscaldarsi ancora a lungo.

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