“AVRÒ BISOGNO ANCORA DI TE”, OVVERO IVAN GRAZIANI RACCONTATO DALLA PENNA DEL REGISTA FEDERICO DEL MONACO

Lo spettacolo teatrale musicale “Avrò bisogno ancora di te”, viaggio tra musica e parole di Ivan Graziani, verrà rappresentato a Teramo.

Grazie a Progetto Viva e Morena, una farfalla per sempre, si realizza un sogno, ricordare il grande artista nella sua città.

Il 24 novembre 2023 alle 21:00 a Teramo, presso il Parco della Scienza, via Antonio De Benedictis 1,  riparte il viaggio tra i testi e le note dell’incomparabile figura di Ivan Graziani.

È passato un po’ di tempo da quando ho assistito ad “Avrò bisogno ancora di te – viaggio tra musica e parole di Ivan Graziani”, spettacolo teatrale musicale scritto e diretto dallo scrittore e regista avezzanese Federico Del Monaco.

Interpreti, gli attori Giuseppe Ippoliti, nelle vesti anche di cantante, e Antonio Pellegrini che ha anche illustrato le canzoni di Ivan, man mano che venivano eseguite.

Musicisti, Lorenzo Lanciotti e Luigi Sfirri.

Dicevo… è passato tempo da quel sabato 18 marzo, quando, nella splendida cornice del Castello Orsini di Avezzano gremito di persone attente e partecipi, è andato in scena un sogno, un omaggio, forse il primo ed unico nel suo genere, ad un cantautore figlio del nostro Abruzzo, il mai dimenticato Ivan Graziani. Ho lasciato che le emozioni sedimentassero un po’ e trovassero un nome e un modo di esprimersi: forse sarebbe stato meglio comporre una canzone dall’anima rock, ma, purtroppo, non è il mio talento;  posso, però, provare a dire dell’alchimia, della sospensione onirica, del coinvolgimento che Antonio, Giuseppe, Luigi e Lorenzo, hanno creato dal palco, e Federico, con i suoi testi e le sue indicazioni precise di regia – niente era a caso, anche le luci andavano a tempo di musica- sono riusciti a creare.

La scena si apre con i due protagonisti: non sanno chi sono, non sanno chi altri li accompagnerà in quella avventura, ma una cosa hanno ben chiara: parleranno di lui, di Ivan, dell’uomo e del cantautore che tanto ha dato alla musica italiana con i suoi testi pieni di crepe e dissonanze a riflessione su una realtà che non è mai come la immaginiamo: la delusione e la disillusione sono sempre dietro l’angolo a segnare il passaggio dall’ingenuità infantile alla consapevolezza dell’adulto che però può trovare nell’arte, in questo caso la musica, per la precisione la musica rock, la via di salvezza per dire e raccontare e per purificare e assolvere anche le colpe più abiette, soprattutto se queste provengono da coloro che sono ai margini, gli esclusi, quelli che costituiscono una sorta di anomalia in una società che vuole dipingersi “perfetta”:

«I poveri disperati sono buffi e disonesti per necessità, anche nel peccato non si sporcano l’anima…»

«Bisogna avere cuore, è così che si giunge alla comprensione e si diventa capaci di amare…»

Queste le parole che Del Monaco fa pronunciare ai suoi personaggi a commento della canzone “Veleno all’autogrill” in cui il protagonista, senza un soldo in tasca, avrebbe voluto soltanto mangiare e viene sorpreso a rubare.

Il profilo del cantautore teramano viene tracciato con esemplare maestria dalla penna del regista avezzanese che in un’ora e quaranta minuti di spettacolo riesce a dire di Ivan chi era, chi voleva essere, il viaggio che ha fatto per diventarlo, la sua visione del mondo e della vita, in una magistrale ricerca all’interno dei testi e nella loro successiva rapsodia, in un percorso che racconta l’uomo e l’artista accumunati da una struggente passione per la vita, tanto che, a volte, i due aspetti, non possono essere distinti. Perché Graziani racconta molto di sé nelle sue canzoni, delle sue esperienze – pensiamo, per esempio, alla canzone “Nino Dale and his modernists”, in cui racconta la sua prima importante esperienza musicale- dei suoi amici – la canzone “Pigro” è una sorta di ritratto del fratello che abbandonò la chitarra per dedicarsi allo studio dei “classici a memoria” e in cui stigmatizza le ipocrisie dei benpensanti; oppure il brano “Limiti” dedicato al suo amico musicista Attilio de Rosa -, racconta la sua terra, porto sicuro che dona inquietudine e protezione, nella meravigliosa “Gran Sasso”, simile ad una ninna nanna di tormentata malinconia: Gran Gran Sasso, che parli con le stelle, le lacrime che asciughi sono sempre quelle. Grande Sasso, conserva il tuo mistero e ogni sogno fatto lo vivrò davvero… come fa dire del Monaco ad uno dei suoi personaggi, sono «Parole che accarezzano la poesia e storie vere» mettendo bene in evidenza che a Graziani è sempre interessato «l’essere umano che deve fare suo malgrado i conti con la società, un animale asociale con i sogni in tasca».

Ma è arrivato il momento di svelare chi sono i due personaggi che dialogano sul palco.

Sono Visione e Passione, prendono coscienza della loro identità strada facendo, confrontandosi con i testi di Ivan che sono intrisi di questi due sentimenti che sembrano astratti, ma che, nella felice intuizione di Del Monaco, diventano reali e concreti nel momento in cui si decide di intraprendere il viaggio alla ricerca della realtà più autentica di sé e degli altri.

Lo spettacolo è arte performativa a 360°: si fondono, infatti, diversi talenti: i musicisti Luigi Sfirri e Lorenzo Lanciotti che hanno dato vita ad una esecuzione che univa il virtuosismo musicale, a sguardi intensi che la dicevano lunga sul loro stato d’animo di assoluta pacificazione e gioia del momento; gli attori Giuseppe Ippoliti e Antonio Pellegrini che non hanno solo recitato, ma hanno interpretato Ivan nelle sue due passioni fondamentali: il canto, con Ippoliti – alias Passione – scatenato sul palco in una interpretazione coinvolgente dei brani più significativi del cantautore, e il disegno – il giovane Ivan nella sua camera aveva le matite e una batteria e si diplomerà all’Istituto d’arte – con Pellegrini – Visione – che pacatamente disegnava, traducendo in immagini vive, le suggestioni provenienti dalle canzoni.

E qualcuno tra il pubblico giura di aver visto, alla fine dello spettacolo, un uomo visibilmente emozionato e soddisfatto, con la chitarra a tracolla e un paio di occhiali rossi e di averlo sentito cantare:

“Avrò bisogno ancora di te
Per quelle cose che non so spiegare
Ti studierò, ti starò a guardare, mi sorprenderai
Avrò bisogno ancora di te
Se alle mie angosce non so dare voce
Ti canterò le stesse canzoni, amore
Ascoltale perché avrò bisogno di te”

Forse Ivan è andato via… o forse no… “Avrò bisogno ancora di te…”

 

 

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