#larecensionedinatale : “DIARIO DI UNO ZAMPOGNARO. Tra fantasia e realtà” di Raffaello Angelini a cura di Lina Ricci

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“DIARIO DI UNO ZAMPOGNARO. Tra fantasia e realtà” di Raffaello Angelini

a cura di Lina Ricci

 

Non mi era mai capitato di rileggere un libro per la terza volta consecutiva, eppure con “il diario di uno zampognaro” di Raffaello Angelini questo è successo. È un libro che mi ha rapita fin dalla prima pagina con la descrizione dei luoghi, delle luci, dei colori, dei suoni, delle immagini che durante la lettura si fissavano indelebili nella memoria scavando nel passato della mia infanzia per riportare alla luce la meraviglia e il valore del Natale.

Raffaello descrive minuziosamente ogni ambiente, ogni personaggio, ogni momento di questa splendida avventura. Talvolta è un’avventura vera, talvolta immaginaria che trasporta il lettore in una fiaba bellissima e ricca di emozioni che si fonde con i desideri, con i ricordi, con il vissuto di un’infanzia felice e con la nostalgia di un passato che le persone della mia età hanno amato e tutt’ora rimpiangono.

I protagonisti di questo racconto sono lo scrittore stesso con un suo amico che suonano due strumenti particolarissimi quali la zampogna e la ciaramella e riescono a sbalordire tutte le persone che incontrano nel loro cammino.

     La zampogna appartiene alla famiglia degli strumenti a fiato e più precisamente degli aerofoni a sacco e il suo suono ha origine dal fiato del suonatore che viene raccolto in un otre.

L’aria lì dentro contenuta viene spinta dal braccio dello zampognaro e la pressione che si ottiene mette in vibrazione le ance che sono due sottili lamelle di legno legate tra loro. Le ance sono inserite in tre o quattro tubi sonori, due di essi presentano alcuni fori che aperti o chiusi dalle dita producono i suoni diversi della scala musicale.  Altri fori, detti bordoni producono suoni fissi.

      La ciaramella invece somiglia maggiormente ad un oboe o a un clarinetto e non ha l’otre. L’immissione dell’aria avviene direttamente nello strumento tramite un’ancia ed è lo strumento stesso che produce la melodia.

Ho voluto fare questa distinzione perché per la maggior parte delle persone parlare di ciaramella o di zampogna è la stessa cosa, invece non è così.

Nelle descrizioni di Raffaello, rivedevo proprio quegli uomini, quegli zampognari che negli anni Sessanta percorrevano le strade di Roma regalandomi un profumo di semplicità e di umiltà. Durante la lettura attenta e meticolosa di questo libro, rivedevo attimo per attimo tutto ciò che avevo vissuto precedentemente, quando ero ancora una bambina; quando quegli uomini con i loro mantelli lunghi e quella musica celestiale mi trasportavano altrove lasciandomi sognare. Quella musica era il suono più bello e più colorato che avessi mai ascoltato; era il suono del Natale, dell’amore, della rinascita, dell’amicizia e del perdono.

Lo sentivo profondamente in quegli anni il Natale; sentivo che mi penetrava la pelle, che mi dava gioia, energia, che mi accarezzava il Cuore e mi regalava forti emozioni. Oggi tutto questo avviene comunque ma in maniera meno sentita, più superficiale; ci siamo lasciati travolgere dalla vita frenetica, dal consumismo, dai tanti problemi che affliggono l’umanità e il Natale lo sentiamo come una festa e non con lo spirito, con il cuore, con l’animo.

Le tradizioni forse oggi sono anche di più rispetto a quelle di un tempo ma hanno perso la semplicità, l’amore per le piccole cose, la spontaneità e il vero significato. Negli anni sessanta, l’albero di Natale si faceva con i mandarini, con le caramelle o con le stelline ricavate da carta colorata; oggi l’albero è pieno di palline colorate, di luci e ogni volta diventa una gara con altre famiglie a chi riesce a renderlo più sfarzoso trascurando il vero significato. Il presepe veniva fatto con i sassi dipinti, con le casine di carta e con materiali di recupero; oggi si comprano le statuine più costose e più appariscenti possibili ma, la notte di Natale non si va neanche in chiesa.

Raffaello Angelini

     È qui che subentra l’importanza del libro di Raffaello Angelini perché per chi ha la fortuna di leggerlo apre il cuore e la mente verso un mondo meraviglioso e talvolta magico insegnandoci a vivere il Natale tenendo presenti i valori autentici di questa ricorrenza tanto amata ed attesa.

I paesaggi innevati, il calore della gente, l’accoglienza spontanea e affettuosa, le musiche natalizie, il saper apprezzare le piccole cose rendono questo libro unico ed irripetibile. È un libro ricco di contenuti, di valori autentici, di meraviglie che al giorno d’oggi è difficile scrivere se una persona non le ha vissute con il proprio corpo e con il proprio cuore e Raffaello Angelini dimostra di averle vissute intensamente.

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