Ol’ga Bragina – Non vedo perché dover ricordare la Kiev degli anni ’80

Ol’ga Bragina Non vedo perché dover ricordare la Kiev degli anni ’80

 

 

 

 

Ol’ga Bragina (1982) è nata e vive a Kiev. Si è laureata presso la facoltà di traduzione dell’Università linguistica nazionale di Kiev. È poeta, narratrice e traduttrice. Le sue poesie sono tradotte in diverse lingue, tra cui l’inglese, il polacco, il ceco e il russo. Scrive regolarmente sulla pagina Facebook e dal montaggio dei post di questi giorni di guerra è nato il suo Diario da Kiev, già tradotto in inglese, in svedese e parzialmente in italiano.

 

Non vedo perché dover ricordare la Kiev degli anni ’80

 

Non vedo perché dover ricordare la Kiev degli anni ’80

le candide pareti le asettiche finestre delle chiese

il silenzio vuoto il colore bianco delle bende e l’asfalto fresco ancora caldo di rovente bitume semifuso

perché dover ricordare il distributore automatico di acqua frizzante senz’acqua quelle meringhe bianche di celidonia

rimarresti per sempre incollato a sfogliare vecchie foto ecco uno di voi poco prima del tuo compleanno

oltrepassando furtivamente gli eroi della rivoluzione oltre le calde colonne dell’autocrazia i simboli della patria

Non vedo perché dover ricordare Kiev ora che nessuno vive per amare i morti o fare a pezzi i quaderni

e il torbido olio di Podol versato da Annushka*

Non vedo perché dover ricordare chi viveva in una casa che era del colore preferito dell’imperatore Nikolaj

che raccontava favole al portiere e agli amici d’infanzia

non ti hanno riconosciuto o ricordato dopo tutti questi anni

qui passa una vita democratica sotto anestesia locale

qualcosa senza nome diverso dal motivo per cui dover ricordare la Kiev degli anni ’80 divisa in un prima e un dopo

pagine piegate sul dorso del libro delle ore del Duca di Berry radici macinate

l’amore è non mente non mostra pietà non finisce né inizia, solo l’asfalto infuocato

la carenza di bucce di patate, ghiande e acqua del rubinetto

la carenza di sali da bagno, gente allegra nella metropolitana

Non vedo perché dover ricordare

 

* Questa frase è pronunciata da Voland (il diavolo in forma di uomo) a un uomo di nome Mikhail Berlioz nel famoso romanzo di Michail Bulgakov “Il maestro e Margherita” e, dopo il grande successo che ebbe, è entrata nell’uso comune della lingua a significare che qualcosa è già predeterminato e deve necessariamente e inevitabilmente accadere. Nel romanzo, Mikhail Berlioz, dopo essere scivolato sull’olio versato da Annushka (diminutivo del nome Anna), è caduto e il tram gli ha tagliato la testa. Podol è un antico quartiere di Kiev, dove erano soliti abitare artigiani e pescatori.

 

 

I don’t see why you must remember 1980s Kyiv

the white walls the sterile windows of the church

the empty silence the lines of white bandages and fresh asphalt

still hot scorching underdone bitumen

 

why you must remember the waterless fizzy water vending machine those white celandine

meringues

you’ll be forever stuck leafing through old photos here’s one of you just before your birthday

sneaking past the heroes of the revolution past the warm columns of autocracy the symbols of

homeland

I don’t see why you must remember Kyiv now no one lives to love the dead or tear apart notebooks

and the cloudy Podol oil Annushka spilled

I don’t see why you must remember who lived in house that was Emperor Nikolаi’s favourite colour

those who told tales to the caretaker and to childhood friends

they didn’t recognise or remember you after all these years

here a democratic life passes under local anaesthetic

something with no name other than why must you remember 1980s Kyiv divided into before and

after

folded pages in the spine of Duke Berry’s book of hours

love is restless and unkind it doesn’t end or begin only the burning asphalt

the shortages of potato peelings acorns and tap water

shortages of bath salts cheerful people in the metro

I don’t see why you must remember

 

Translated by Mark Wingrave

 

Mark Wingrave is a painter. He is interested in the interplay between translation and ekphrasis. Mark has exhibited internationally and many of his recent exhibitions are dedicated to the visualisation and translation of Russian literature. In particular, he has worked with texts from Nikolai Gogol, Elena Shvarts, and Evgenia Rits. His translations from Russian to English have appeared in Azuria and Soanyway (collaboration with Gala Uzryutova).

 

Tradotta da Mark Wingrave

Mark Wingrave è un pittore. È interessato all’interazione tra traduzione ed ekphrasis. Mark ha esposto a livello internazionale e molte delle sue recenti mostre sono dedicate alla visualizzazione e traduzione della letteratura russa. In particolare, ha lavorato con testi di Nikolai Gogol, Elena Shvarts ed Evgenia Rits. Le sue traduzioni dal russo all’inglese sono apparse in Azuria e Soanyway (collaborazione con Gala Uzryutova).

 

Ольга Брагина

***

зачем тебе помнить Киев восьмидесятых

белые стены церквей стерильно чистые окна

пустота молчание белый цвет бинтов первая свежесть асфальта

горячего асфальта среднепрожаренного битума

зачем тебе помнить где эта газировка без воды пирожные безе чистотела

ты застрянешь здесь навсегда будешь перебирать старые фото вот ты до рождения

пробираешься мимо героев революции теплых столпов самодержавия родимых осин

зачем тебе помнить Киев теперь столько не живут не любят мертвых не рвут тетради

мутную взвесь подольского масла Аннушка разлила

зачем тебе помнить кто жил в этом доме любимого цвета императора Николая

рассказывал сказки дворникам рассказывал сказки друзьям

детства не признавшим через столько лет никто не помнит тебя

здесь проходит демаркационная линия жизнь под местным наркозом

то чему нет названия но зачем тебе помнить Киев восьмидесятых разделять на до и после

часослов герцога Беррийского загибать страницы стачивать корешки

любовь не лжет не милосердствует не заканчивается не начинается только горячий асфальт

дефицит желудей картофельных очистков воды из крана

морской соли для ванн счастливых людей в метро

зачем тебе помнить

 

Tradotta dalla versione inglese di Mark Wingrave da Valentina Meloni ed Emilia Mirazchiyska

 

 

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qui non puoi uscire da nessuna parte perché la distanza di tiro è troppo breve e dopo la pace la guerra prospera sul tuo corpo

cerca tra coloro che sono come noi esclusi da ogni facoltà della verità storica indurita nella cenere del pensiero prendi questo cuore come prova che la vita non passa mai senza lasciare traccia

qui non puoi uscire da nessuna parte perché i bambini disegnano i frutti dell’autunno sulle pareti imbiancate a calce, i fogli lucidi della sovrastruttura e la base, è qui che la granata colpirà i caldi raggi di luce come se fosse ancora primavera

qui non puoi uscire da nessuna parte perché il mondo è dipinto con il sangue e la carne delle ombre la guerra finirà un giorno e dove sarai allora

non c’è pace, cos’è? un’altra città resisterà

le persone felici usciranno dalle case contando sulla tela quanti di noi ancora sono rimasti

è quasi come l’amore per tutto ciò che può scomparire per tutto ciò che esiste solo un giorno come la farfalla dell’anima

il mondo ti ha fatto studiare al microscopio per vedere dove inserire l’ago per renderlo il più interessante possibile così disperdi nell’acqua il corpo, scorre con l’acqua l’anima raccoglie queste immagini perché è una buona idea per fare la differenza. sono troppo piccolo per proteggere il mondo questa è una guerra contro te stesso perché ci hanno diviso a metà

qui non puoi uscire da nessuna parte

non riconosciamo più questa città e non dovresti guardarti negli occhi, è uno specchio, è mentire, non sei ancora esistito lì dietro la tenda il mondo è un caldo ottobre come a primavera

qualcosa pulsa sotto la pelle come un tocco come il sangue del cuore che deve essere vivo altrimenti dove altro dovresti andare ora dopo la pace

imparerò di nuovo a disegnare per realizzare tutto

 

 

звідси не вийти нікуди бо відстань для пострілу надто коротка війна після миру навпомацки тіло своє

шукати поміж схожих нас відрахували з усіх вишів історичної правди вигартували в попілі сенсів візьми це серце як доказ життя не минає ось так

звідси не вийти нікуди бо діти малюють осінні плоди на білених стінах осяйні простирадла думок надбудова та базис сюди ось і влучить снаряд світла промені теплі немов ще весна так було

звідси не вийти бо світ намальований кров’ю та плоттю тіней війна закінчиться колись і куди ти потім

миру не існує що це таке це мальви ось цю пігулку вигодувала вовчиця отруйне тло тут буде інше місто

щасливі люди будуть виходити з будинків на холстині рахувати скільки нас ще залишилося

це майже кохання до всього що зникнути має до всього що тільки на день мов метелик душі

звідси не вийти нікуди світ спіймав роздивляється під мікроскопом куди цю голку вштрикнути щоб цікавіше було щоб у розчині борсатись тіло пливе за водою душа ці малюнки збирає бо мала вона що залишити мир це війна із собою бо навпіл розрізали нас

ми не впізнаємо більше це місто і в очі твої не дивитись це дзеркало бреше що ти існувала що там за фіранкою світ теплий жовтень весни

що пульсує під шкірою що це як доторк як кров із серця що має бути живим ще інакше куди ти тепер після миру

я ще навчусь малювати щоб справдилось все

 

Traduzione di Emilia Mirazchiyska e Valentina Meloni

Si ringrazia per la collaborazione la dott.sa Giulia Marcucci dell’Università di Siena che ha tradotto i diari da Kiev che potete leggere a questo link https://www.unistrasi.it/1/10/7042/Voci_contro_la_guerra.htm

 

 

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